Lungro (CS): Percorso Storico – Centro Studi Futura, progetto Carlo Acutis

I volontari del Centro Studi Futura hanno realizzato un percorso storico

PERCORSO STORICO- LUNGRO- CARLO ACUTIS

Il percorso storico nasce da un’idea di valorizzazione del nostro piccolo ma importante paesino arbreshe Lungro. Esso offre ai visitatori una grande varietà di monumenti, edifici storici e religiosi, un’immensità di verde in quanto siamo abbiamo una vasta montagna e delle bellissime campagne.

In questo percorso però ci siamo voluti soffermare sulla valorizzazione degli edifici storici quali la salina con il suo museo, ed edifici religiosi con la nostra importantissima Cattedrale.

 Salina – La Miniera di Salgemma

La miniera di Salgemma di Lungro ha rappresentato per millenni la più grande fonte di ricchezza di quasi tutta la piana di Sibari. Tanti furono i lavoratori che calpestarono i circa 2000 gradini che ogni giorno bisognava percorrere per scendere in miniera.

Quando sia incominciata l’estrazione del sale non è possibile stabilirlo.  L’estrazione del sale, per molti secoli avvenne in superficie o a giorno, come attesta l’ing. Bellavite, direttore della salina alla fine dell’800. L’estrazione mediante cunicoli e gallerie inizia con molta probabilità intorno all’anno mille. La salina in quel periodo apparteneva a unico proprietario. Uno dei più potenti fu il Conte di Bragalla (anno 1945). Nel corso degli anni la miniera cambia spesso proprietario fino a quando Federico II di Svevia fissò per la prima volta il prezzo del sale e sfruttò il sito maggiormente rispetto ai precedenti proprietari.

Verso la fine del ‘500 si iniziò l’estrazione del sale in profondità e le prime gallerie sotterranee furono puntellate con travi di legno.  . Nel periodo sette-ottocentesco Aragonesi, Spagnoli, Borboni, Francesi e nuovamente Borboni si alternarono il possesso del giacimento. Sotto il governo del re di Napoli, Gioacchino Murat, ci fu una svolta importante per le sorti del sito: per la prima volta cambiavano le condizioni degli operai e la cura del sito stesso ponendo termine all’estrazione sfrenata. Il governo borbonico nel 1821 ordinò di una ricognizione per comprendere se il sito poteva ancora essere utile o meno. Nel 1825 furono aggiunti dei piccoli accorgimenti efficaci: creazione del pozzo Galli per la circolazione dell’aria e l’opportuno scolo delle acque.  La Salina ebbe momenti altalenanti fino alla fine degli anni cinquanta quando il numero degli operai salì a 191 (anno 1959). Il governo centrale dagli anni sessanta si disinteressò della miniera, lasciando così il giacimento ad una lenta agonia. Nel 1968 gli operai resteranno solo 69, nessuna nuova galleria, sistema di accesso mai rinnovato (tra salita e discesa si perdevano ben 2 delle 8 ore lavorative): il processo tecnologico non sfiorò mai la miniera di Lungro. Venne abolito l’impianto di macinazione e raffineria e il governo si preparò alla chiusura mandando dei tecnici per le ultime relazioni che segnalavano ancora importanti filoni di minerale ma veniva tuttavia consigliata la chiusura come scelta più vantaggiosa. Il più importante sciopero per la Salina di Lungro avvenne il 22 gennaio 1969 dove la popolazione lungrese unitamente al circondario lottò aspramente per il mantenimento e il miglioramento del sito. Nonostante le richieste dei minatori, la partecipazione collettiva e l’imponente sciopero, esso fu anche l’ultimo, poiché il governo il 3 novembre 1976 decise per la chiusura della miniera a tre giorni dalla festa di San Leonardo, protettore dei minatori.

Il Museo Storico della Miniera di Salgemma

Il Museo Storico della Miniera di Salgemma (“Muzeu historik i Salinisë së Ungrës” in lingua arbëreshë) situato nel Palazzo Martino in piazza D’Azeglio, a Lungro, nasce il 2 giugno 2010 (per volontà dell’allora assessore alla cultura prof. Rennis, ideatore e curatore) e custodisce all’interno memorie e oggetti recuperati dalla miniera.

Il Museo è articolato seguendo un percorso unico dove ogni sala prende il nome da una galleria del sito minerario; in totale vi sono 9 sale diverse l’una dall’altra.

Nella sala di ingresso è riportata la frase del poeta latino Orazio che campeggiava all’ingresso della Miniera di Lungro “Nihil sine magno vita labore didit mortalibus – La vita non ha concesso nulla ai mortali senza una grave fatica”, mentre, sulla parete sinistra si può leggere la dedica dell’amministrazione comunale ai salinari.

Nelle altre sale sono esposti:

-180 disegni, alcuni dei quali rimandano alla prima metà dell’800;

-oggetti caratteristici (divise, elmetti, utensili per l’estrazione del sale, sacchi per il trasporto del sale, stadere, mortai, pezzi di salgemma, medaglie, oggetti lavorati con il sale, pacchetti di sale raffinato, vari tipi di lampade ad acetilene e di martelli per la scheggiatura del sale);

-foto d’epoca, circa le differenti attività lavorative;

-foto di salinari, singoli o in gruppi;

-mappature di interesse geologico e minerario;

-antichi stemmi della salina di Lungro;

-due monumenti in cemento armato che ritraggono i salinari al lavoro;

-opere pittoriche sui Salinari dell’artista Emìn Shaqja.

Nel Museo é custodito anche l’Archivio Storico, in cui è possibile consultare 220 cartelle, suddivise in diversi argomenti,  parte raccolti in Miniera e parte concessi dall’Archivio di Stato di Cosenza. Presente anche un’esposizione di oggetti della vita quotidiana degli abitanti di Lungro dei secoli scorsi.

 

LA CATTEDRALE DI LUNGRO.

 

Fu Papa Benedetto XV ad istituire l’Eparchia di Lungro il 13 febbraio 1919 ed a costruire la Cattedrale bizantina cioè la chiesa di S. Nicola di Mira.

La Cattedrale San Nicola di Mira, è considerata la basilica più importante del cattolicesimo bizantino arberesh in Italia.

I lavori per la sua edificazione vennero avviati nel 1721 ed ultimati nel 1825.

L’allestimento interno venne uniformato ai canoni della tradizione bizantina.

I pregievoli mosaici della Cattedrale sono stati realizzati dall’artisata albanese A. Ranocchi come ad esempio il bellissimo mosaico della navata centrale del Giudizio Univesale che sovrasta la navata centrale.

Poste sulla navata laterale sinistra, le sei tele rappresentanti la vita di San Nicola di Mira, patrono di Lungro,

Sulla navata laterale destra è invece, rappresentata la vita di Gesù Cristo.

Di notevole fattura artistica sono le 3 porte in bronzo realizzati con la tecnica a cera persa dallo scultore calabrese Talarico.

Le finestre del Tempio e delle due navate laterali che raffigurano i profeti, rendono la cattedrale di Lungro un luogo unico in Italia dove arte bizantina e spiritualità orientale completano il prezioso mosaico del mondo italo-greco-albanese.

                                                                                                                                                            I volontari:

                                                                                                        Isabella Todaro

Francesca Perrupato

Dante Aragona

Virginia Lotito

Daniele Carlucci

Engi Gallicchio

 

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