IL CASTELLO DI NICASTRO: UN SOTTILE FILO TRA LEGGENDA E STORIA

Fin dai primi anni di storia, l’intera piana di Sant’Eufemia è stata caratterizzata da scontri militari e, per questa necessità di difesa, venne eretto intorno al IX secolo il Castello Normanno Svevo sul colle di San Teodoro per volere dei Bizantini.

Per la sua posizione, divenne la dimora fissa di Federico II, oltre che luogo deputato a  difesa e controllo del territorio tanto da far costruire un mastio pentagonale circondato da muri di difesa. Anche se venne danneggiato dal terremoto del 1638 che lo ridusse quasi totalmente in rovina.

Dopo il terremoto sorsero tante suggestive leggende come quella della Tana delle fate, quella della Chioccia e i pulcini d’oro e la più famosa ovvero quella del Paggio e della principessa. Quest’ultima è un insieme tra storia e leggenda.  Nel 1245 l’imperatore Federico II abitava nel castello di Nicastro con tutta la sua famiglia. Nella corte imperiale era stata accolta anche una trovatella di nome Maria che, in seguito, fu adottata dall’imperatore con il nome germanico di Ingrid. Nel castello erano in servizio molti paggi e tra i tanti ce n’era uno di nome Gerlando assegnato al servizio della principessa Ingrid, della quale si innamorò perdutamente. Quando Federico II venne a sapere del loro sentimento reagì con furore, minacciò di morte il paggio che, avvisato da Ingrid saltò in groppa ad un cavallo e fuggì, rifugiandosi nella boscaglia sovrastante del monte Reventino. Ingrid venne rinchiusa nella sua stanza, la stessa in cui era stato a lungo imprigionato Enrico, il figlio dell’imperatore. La triste principessa, per ingannare il dolore, si affacciava alla finestra della sua prigione guardando i luoghi che avevano visto nascere il suo amore per Gerlando. Passarono alcuni mesi e il paggio fuggiasco, assalito dalla nostalgia, tornò al castello e venne a sapere della tragica sorte di Ingrid. Da quel momento ogni notte, sprezzante del pericolo, scendeva giù dal suo rifugio montano e arrivato nei pressi del Castello guardava verso la finestra dove sapeva prigioniera Ingrid e, per far notare la sua presenza, si metteva a suonare la loro canzone d’amore. Da quella sera in poi i loro incontri notturni furono costanti. La principessa, appena faceva buio, metteva sulla finestra della sua prigione una lucerna per far capire a Gerlando che lo avrebbe aspettato e amato per sempre…

Molte persona anziane del rione conoscono questa leggenda e giurano di aver visto più volte un lucignolo ardere su un vano della rocca. Alcuni affermano di aver sentito un continuo e sommesso parlottio durante le caldi notte d’estate. Altri, infine, dicono di aver sentito durante l’inverno laceranti grida di dolore, ma forse è solo la voce del vento che scende in fretta dal monte Reventino…

Teresa Chirumbolo

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